08 aprile 2021
Il caffè decaffeinato è pericoloso per la salute? Si sente spesso parlare del fatto che il caffè decaffeinato sia controindicato e che sarebbe preferibile consumare quello tradizionale. Per questo abbiamo pensato di fare una ricerca approfondita cercando di chiarire quali sono le reali proprietà e le eventuali controindicazione della variante senza caffeina della bevanda più consumata in Italia. Ovviamente non forniremo pareri medici ma una raccolta delle opinioni prevalenti rispetto all’attuale dibattito scientifico. Per una panoramica esaustiva e dettagliata rispetto alla propria salute raccomandiamo sempre di parlare personalmente con un esperto.
Il caffè decaffeinato si ottiene, per l’appunto, tramite un processo di decaffeinizzazione. I primi caffè senza caffeina risalgono agli albori del novecento, quando il fondatore di HAG, Ludwig Roselius, ideò il primo metodo per ottenere il caffè decaffeinato. In pratica egli pensò di sfruttare il vapore per rendere il caffè poroso e poi, tramite solventi di natura organica, eliminava la caffeina dai grani. Il metodi attuali sono decisamente più evoluti e permettono oggi di eliminare la caffeina senza alterare l’aroma ed il sapore del caffè.
In pratica la salubrità del caffè decaffeinato dipende dal metodo impiegato e dal tipo di miscela. Per esempio se la miscela arabica contiene una dose di caffeina inferiore al 2%, quella robusta ne contiene quasi il doppio. Un caffè decaffeinato, di norma, deve contenere una quantità di caffeina non superiore allo 0,1% e, quindi, è possibile ottenere questo risultato attraverso differenti metodologie.
Il metodo più antico e tradizionale è quello tramite diclorometano. Prevede un bagno in acqua del caffè per far aumentare il volume dei chicchi senza alterare gli aromi. Successivamente viene applicato il diclorometano, il solvente organico capace di eliminare la caffeina. Durante la tostatura, infine, il calore farà evaporare il solvente e, quindi, nel caffè non resterà alcun residuo.
Il secondo metodo è quello che prevede il solo impiego di acqua e di carboni attivi. In pratica i chicchi vengono immersi in acqua calda che, tramite i carboni, agisce trattenendo la caffeina. L’acqua calda, tuttavia, abbatte la presenza degli aromi e dei nutrienti e, quindi danneggia i chicchi peggiorando la qualità del caffè.
Infine esiste il metodo ad anidride carbonica che, oltre ad essere il più diffuso, è anche il più complesso. In pratica si procede tramite anidride carbonica allo stato liquido e gassoso che, a contatto con il caffè, agisce come solvente e fa evaporare la caffeina. I chicchi di caffè vengono poi trattati con CO2 allo stato “supercritico”, a precisi livelli di temperatura a pressione.
È qui che la sostanza estrae la caffeina senza alterare i nutrienti. La caffeina viene separata e purificata per altri impieghi industriali mentre il caffè viene essiccato e preparato per la vendita. Questo metodo è in grado di preservare gli aromi e di evitare l’uso dei solventi, senza comportare rischi per la salute.
Sulle confezioni di caffè, tuttavia, non viene indicato il metodo di estrazione della caffeina anche se quasi tutte le industrie utilizzano quello con l’anidride carbonica. Il punto è che nessun trattamento è in grado di eliminare del tutto la caffeina, per cui anche il miglior caffè decaffeinato potrebbe essere dannoso per chi soffre di problemi al cuore o alla circolazione.
Inoltre il decaffeinato si deteriora molto più velocemente del caffè normale, soprattutto se non viene consumato velocemente dopo l’apertura. Quanto alla nostra domanda iniziale bisogna chiarire che il caffè decaffeinato non fa male in generale. L’abuso di qualsiasi sostanza, invece, è sempre dannoso.
I metodi estrattivi impiegati oggi sono assolutamente sicuri per cui i rischi non derivano dal fatto che il caffè sia privo di caffeina ma dall’effetto della bevanda sul nostro corpo. Se consumiamo più di quattro caffè al giorno ci esponiamo ai rischi di gastrite e reflusso gastrico. La gravità degli effetti dipende anche dal soggetto e dalla sua storia clinica dato che un cardiopatico o una donna in gravidanza dovrebbero limitare il consumo o addirittura sospenderlo.
In condizioni normali le dosi raccomandate di caffè non dovrebbero superare i quattrocento milligrammi ma questo vale per la caffeina, la sostanza che potrebbe essere responsabile di problemi di nutrizione, sonno e digestione. Quanto al caffè decaffeinato non esistono raccomandazioni ufficiali a parte per cui l’importante è consumarlo senza esagerare. L’unico svantaggio, in conclusione, riguarda le proprietà nutritive del caffè che, con il processo di decaffeinizzazione vengono eliminate, lasciando in tazza soltanto un aroma ed un gusto meno marcato.
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